Lettera 26 (Prima Serie)

 Cari amici

a due anni e mezzo dalla nascita del ciclostilato, è utile e doveroso fare un po’ il bilancio del lavoro svolto, al fine di valutarne il significato, la rispondenza agli obiettivi prescelti, i limiti. Pensiamo che un bilancio serio debba prendere in esame , in primo luogo, il ruolo svolto in questi anni dal gruppo redazionale, verificando, in particolare, la permanenza delle motivazioni che hanno giustificato l’avvio del lavoro.

Molti amici ci hanno domandato in più occasioni, ed altri avrebbero voluto probabilmente farlo, presentandosene l’opportunità: chi siete? Costituite una comunità? Perché avete dato vita a questo specifico impegno di documentazione? Qualche risposta in questo senso crediamo di averla

data nell’editoriale della lettera n.1 del giugno 1969, ma riteniamo giusto essere ancora più circostanziati.

Innanzitutto, chi siamo! Siamo cristiani e facciamo parte di diverse comunità parrocchiali, cioè di diverse eucarestie, realizzate normalmente da una gruppo di battezzati e da un presbitero. Abbiamo scelto, cioè, di non formare una comunità a parte, ma di vivere nelle nostre comunità parrocchiali. Il nostro periodico incontrarci è caratterizzato unicamente dalla preparazione del ciclostilato e, se ad esso non si può negare, per lo stile di lavoro, un significato comunitario, non ci sembra per questo di aver creato una nuova comunità.

Questa doverosa chiarezza ci aiuterà a spiegare le motivazioni del nostro impegno. Abbiamo parlato, poco fa, di comunità di base: esse sono uno dei livelli di comunione essenziali, e non il solo. Una chiesa locale necessita di un secondo livello di comunione, quello del presbitero fra loro e con il Vescovo. E’ proprio allorquando questo livello viene a mancare, e ci sembra sia il caso della chiesa di Roma, che si giustificano e si rendono doverose supplenze di vario tipo. Possono aversi allora iniziative di collegamento fra comunità ecclesiali, al fine di garantire in qualche modo la carente comunione fra presbiteri. Vi parleremo, appena possibile, del collegamento fra comunità e gruppi ecclesiali in Roma, costituitosi di recente ed in cui si incontrano rappresentanti laici di varie comunità di Roma. Può aversi, ancora, l’esplicazione di attività che dovrebbero essere normale preoccupazione di una comunità presbiteriale viva, come quelle di ricerca, studio e documentazione dei problemi, ed è il caso di noi di ‘la tenda’che, senza pretenderne affatto l’esclusiva, abbiamo dato vita a Roma ad un impegno specifico di documentazione. Sia coloro che si preoccupano di garantire un collegamento fra comunità di base, sia noi, tutti dobbiamo essere coscienti della provvisorietà del nostro compito e della sua finalizzazione ad una autentica e sostanziale comunione ecclesiale a tutti i livelli e, in primo luogo, tra i presbiteri che presiedono le comunità. Al limite, se funzionassero i collegamenti tra i presbiteri, alcune di queste supplenze diverrebbero superflue.

In questa luce ci sembra che il ruolo che ‘la tenda’ ha inteso svolgere risulti sufficientemente motivato. Chiediamoci perciò come è stato svolto questo ruolo, nei due anni e mezzo di vita del ciclostilato.

Indubbiamente, in tutto questo tempo, molto di ciò che si è fatto si è sviluppato all’interno della redazione, anche se abbiamo avuto qualche preziosa collaborazione dei lettori: affermiamo, però, decisamente che è necessario che il coro dei contributi si arricchisca e che la riflessione si faccia più partecipata. I problemi di Roma sono molti e complessi e devono essere documentati da coloro che li vivono, giorno per giorno. Proprio perché ci sforziamo, a nostra volta, di aderire alla realtà, siamo coscienti della necessità di documentare quelle problematiche di cui si ha esperienza diretta. E poi, è nel dialogo, quanto più ricco ed articolato possibile, che meglio si può ricercare il significato della presenza della comunità ecclesiale nel mondo, con le sue contraddizioni, le sue laceranti sopraffazioni, con i motivi di speranza che esso offre. Di qui un caldo invito a tutti gli amici che vivono con senso di responsabilità ed attenzione i problemi del nostro tempo, affinché assumano, nei riguardi di questi, anche un impegno di analisi e documentazione, come servizio verso i fratelli.

Circa il modo di comunicare, ci siamo costantemente attenuti al criterio di spedire il ciclostilato soltanto alle persone che ce ne hanno fatto esplicita richiesta ed agli amici indicatici dai lettori, evitando costantemente di utilizzare generici indirizzari. Ed anche quando abbiamo preso l’iniziativa di inviare certi numeri di ‘la tenda’ a gruppi di persone che potevano essere interessati ad una particolare problematica, come ad esempio è avvenuto per i due numeri su: “Roma: un episcopato articolato”, inviati ai numeri del Consiglio presbiterale ed alle persone che operano negli uffici del Vicariato di Roma, abbiamo sempre condizionato la prosecuzione dell’invio ad una richiesta degli stessi. Le uniche copie che inviamo di nostra iniziativa sono quelle indirizzate ai Vescovi di Roma ed ai Parroci delle nostre comunità.

Con tutte queste garanzie che abbiamo voluto adottare per assicurare un dialogo il più possibile autentico con i fratelli con i quali via via siamo venuti in contatto e per ben spendere i limitati mezzi economici di cui disponiamo, attraverso l’aiuto volontario dei lettori, abbiamo verificato una costante crescita dell’interesse, dalle iniziali 200 copie alle attuali 1.000 per numero.

Ci è sembrato, perciò, giusto ad un certo punto procedere ad una verifica dell’indirizzario, onde evitare la prosecuzione dell’invio a persone che, per vari motivi, possono non essere più interessate al nostro lavoro e dedicare così le nostre poche energie alle nuove richieste che man mano ci giungono. Ciò anche perché abbiamo sempre lasciato da parte, e continuiamo a farlo, il sistema dell’invio per abbonamento, che pure avrebbe il pregio di una automatica verifica dell’interesse. Prevalente, comunque, è il nostro desiderio di sapere che dialoghiamo realmente con amici, pochi o molti che siano.

Per tutte queste ragioni, vogliamo pregarvi di rispedirci l’apposito foglio allegato, qualora vogliate continuare a ricevere ‘la tenda’. Vi preghiamo di farlo anche nel caso che la vostra richiesta del ciclostilato risalga a tempi recenti, perché questo faciliterà il nostro lavoro.

Se contemporaneamente, vorrete fornirci nuovi indirizzi di amici che sapete aperti alla problematica che trattiamo, saremo ben lieti di inviare loro ‘la tenda’.

Pensiamo, cari amici, di avervi offerto alcuni sintetici elementi per un bilancio del lavoro svolto e di avervi prospettato qualche valido motivo per una vostra più ricca presenza sulle pagine di ‘la tenda’.

Il bilancio non sarebbe completo senza una documentazione delle entrate e delle uscite per il 1971. L’aiuto, come vedete, non ci è mancato neppure quest’anno, ed è stato in grado di coprire le spese. Queste ultime che, per un verso, si sono ridotte a seguito dell’adozione della forma di spedizione per abbonamento postale, per l’altro, si sono fatte più pesanti nella voce “acquisto carta”, in corrispondenza con l’arricchimento dell’indirizzario. Siamo certi che, anche per il futuro, gli amici vorranno aiutarci, come sempre, ad affrontare le spese del ciclostilato.

Eccovi un sintetico rendiconto della gestione economica:

USCITE

Spese acquisto carta e stampa testate £. 181.000

Spese postali (abbonamento e francobolli) £. 77.535

Buste a sacchetto (per 5 numeri) £. 22.800

Varie (cancelleria, etc) £. 23.675

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Totale £. 305.010

ENTRATE

Rimanenza anno precedente £. 45.910

Contributi degli amici £. 263.500

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Totale £. 310.410

Differenza attiva £. 5.400

Inviamo a tutti un fraterno augurio per il Santo Natale estendendolo alle comunità di altre città che sono in corrispondenza con noi, in particolare “il Gallo” di Genova, “Lettere” di Fontanella di Sotto il Monte, “Quattrogatti” di Udine, il “Centro di documentazione” di Pistoia, il Centro Diagonale di Baggiovara, l’Opera Madonnina del Grappa di Livorno, il Centro Ecumenico di Perugina, la “Comunità cristiana” di Varese, la Comunità del Crocefisso di Ancona, la Comunità di S.Lazzaro di Piacenza, la Comunità “Terzo Giorno” di Poggio S.Marcello, il Gruppo “Chiesa povera” di Rimini, il Gruppo redazionale di “il giornale di Pinerolo e valli” di Pinerolo, il Gruppo di “la voce dei poveri” di Viareggio.

L’augurio più bello che possiamo scambiarci è di riuscire a scoprire il senso profondo dell’incarnazione ed a fare di questo valore centrale del cristianesimo il perno della nostra vita.

Vi salutiamo fraternamente.

Alfredo e Solange Robino piazza Trasfigurazione, 9 tel. 06/539184

Carlo Rinaldi via E.Jenner, 47 tel. 06/5378351

Claudio e Vittoria Della Porta via T.Levi Civita, 35 tel. 06/5579229

Francesco e Monime Cagnetti via G.Vestri, 45 tel. 06/5345312

Franco Lembo via Valtellina, 108 tel. 06/5342423

Gianfranco e Maria Solinas via G.B. Falcone, 6 tel. 06/5267837

Graziella Polidori via Casal Giuliani, 46 tel. 06/8102280

Paolo e Emanuela Paramucchi via Conca d’oro, 221 tel. 06/8108716

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Curiosità

Eccovi, come piccolo dono natalizio, una lettera di Giacomo Leopardi alla sorella Paolina su Roma e sui Romani, che vi presentiamo come una autentica curiosità. Durante gli ingorghi stradali del periodo natalizio, potrete ripensare alla Roma descritta da Leopardi.

Alla contessa Paolina Leopardi

Recanati

Roma, 3 dicembre 1822

Cara Paolina, che cosa volete sapere dei fatti miei? Se Roma mi piace, se mi diverto, dove sono stato, che vita faccio? Quanto alla prima domanda, non so più che rispondere, perché tutti mi domandano la stessa cosa cento volte al giorno; e volendo sempre variare nella risposta, ho consumato il frasario e i sinonimi del Rabbi. Parlando sul serio, tenete per certissimo che il più stolito Recanatese ha una maggior dose di buon senso che il più savio e più grave Romano. Assicuratevi che la frivolezza di queste bestie passa i limiti del credibile. S’io vi volessi raccontare tutti i propositi ridicoli che servono di materia a’ loro discorsi, e che sono i loro favoriti, non mi basterebbe un in-folio. Questa mattina (per dirvene una sola) ho sentito discorrere gravemente e lungamente sopra la buona voce di un prelato che cantò messa avanti ieri, e sopra la dignità del suo portamento nel fare questa funzione. Gli domandavano come aveva fatto ad acquistare queste belle prerogative e se nel principio della messa si era trovato niente imbarazzato, e cose simili. Il prelato rispondeva che aveva imparato col lungo assistere alle cappelle, che questo esercizio gli era stato molto utile, che quella è una scuola necessaria ai loro pari, che non s’era niente imbarazzato; e mille cose spiritosissime. Ho poi saputo che parecchi Cardinali e altri personaggi s’erano rallegrati con lui per il felice esito di quella messa cantata. Fate conto che tutti i propositi dei discorsi romani sono di questo gusto: e io non esagero nulla. Il materiale di Roma avrebbe un gran merito se gli uomini di qui fossero alti cinque braccia e larghi due. Tutta la popolazione di Roma non basta a riempire la piazza di S.Pietro. La cupola l’ho veduta io, colla mia corta vista, a 5 miglia di distanza, mentre io ero in viaggio e l’ho veduta distintissimamente colla sua palla e colla sua croce, come voi vedete dì costà gli Appennini. Tutta la grandezza di Roma non serve ad altro che a moltiplicare le distanze e il numero dei gradini che bisogna salire per trovare chiunque vogliate. Queste fabbriche immense, e queste strade per conseguenza interminabili, sono tanti spazii gittati fra gli uomini , invece di essere spazi che contengano uomini. Io non vedo che bellezza vi sia nel porre i pezzi degli scacchi della grandezza ordinaria sopra uno scacchiere largo e lungo quanto codesta piazza della Madonna. Non voglio già dire che Roma mi paia disabitata; ma dico che se gli uomini avessero bisogno d’abitare così al largo, come si abita in questi palazzi, e come si cammina in queste strade, piazze, chiese, non basterebbe il globo a contenere il genere umano………

Giacomo Leopardi

da Cesareo Principii di stilistica e di Storia della Letteratura 1916 Trimarchi – Palermo pagg. l57-158

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Vi segnaliamo il Centro di documentazione di Pistoia, che pubblica stimolanti quaderni monografici ed un notiziario mensile.

Quest’ultimo è particolarmente interessante perché vi si possono trovare, fra l’altro, notizie sui gruppi di tutta Italia operanti a livello di chiesa locale, che pubblicano riviste o ciclostilati.

Chiedet e copie – saggio del notiziario, il cui prezzo di abbonamento è di £. 500 annue, a: Editrice Centro di documentazione Casella postale 53 – 51100 Pistoia

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